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Associazione informale aperta a chiunque condivida la sua Vision e intenda partecipare in una qualche misura alla sua Mission

L'economia dell'infelicità

Tutto Yang e niente Yin

Premessa

Nel Giugno 2015 l'associazione informale World-Lab ha pubblicato, in singolare concomitanza con l'enciclica Laudato sì di Papa Francesco, un volumetto dal titolo La Dignità delle Nazioni nel quale sono stati formulati i due Paradigmi economici fondamentali dell'Eteronomia (produzione per terzi) e dell'Autonomia (auto-produzione), fino allora inediti, e le Modalità economiche nelle quali ognuno dei due si declina (e cioè Mercato, Filantropia e Baratti per il primo e Collettività auto-produttrici pubbliche e private per il secondo).

Sono stati altresì evidenziati gli opposti comportamenti adottati dagli attori economici operanti nei due contesti e cioè, rispettivamente, la competizione e la cooperazione, nonché i principali effetti ascrivibili a tali comportamenti. 

Dualismo economico e filosofico 

Il dualismo rappresentato dai due Paradigmi economici fa il paio con quello filosofico espresso dai principi Yang e Yin che compongono il noto simbolo, bianco e nero, dell'armonia.

In effetti l'Eteronomia, a cui corrisponde la competizione, è facilmente associabile allo Yang (principio maschile e creativo) mentre lo Yin (principio femminile e protettivo), richiama il Paradigma dell'Autonomia a cui corrisponde l'auto-produzione e la cooperazione.

Così come l'armonia nei diversi fenomeni richiede l'interrelazione fra Yin e Yang, anche un sistema economico trova una sua armonia con il contributo di entrambi i Paradigmi attraverso le Modalità di questi che più si prestano. 

I sistemi, disarmonici, della modernità 

  • Tutto Yin:

durante alcuni decenni del secolo scorso, con la scusa di realizzare l'utopia/distopia (sogno o incubo) comunista, il “fiume carsico” che da lungo tempo serpeggia condizionando larghi strati della collettività, è riuscito a far emergere, dove meno avrebbe dovuto stando alla teoria “scientifica” marxiana, un improbabile sistema economico, denominato Collettivismo, propinato come necessaria fase iniziale nell'avvento del Comunismo. Che si trattasse di un “errore antropologico”, così definito da Papa Wojtyla, è emerso ben presto, se rapportato ai tempi lunghi che generalmente si accompagnano ai profondi mutamenti economici e sociali.

È così che il detto “fiume carsico”, pur mantenendo la stessa meta che da sempre lo anima, ha repentinamente cambiato direzione con una sorta di retro-marcia ideologica, di facciata. 

  • Tutto Yang:

si è così assistito, laddove il Collettivismo si era istallato, ad un rapido passaggio di proprietà dei mezzi di produzione, e non solo quelli, dal pubblico al privato. Un ribaltone gigantesco, ma ovviamente incruento, contrariamente a quanto accade nel verso opposto, in quanto la proprietà pubblica, cioè di tutti, è generalmente percepita come di nessuno.

Quella che è stata propagandata come lotta fra lo Yin (autonomia, in versione esclusivamente pubblica nella fattispecie) e lo Yang (liberismo, nella versione di un mercato capitalistico già ampiamente diffuso in Occidente) si è dunque conclusa con la vittoria di quest'ultimo togliendo ogni ostacolo alla diffusione del vincitore: fine della storia. 

  • Capitalismo “buono”:

Tutto Yang, privo di ogni ostacolo, è forse un po' esagerato.

In effetti qualcuno si è opposto a una tale deriva:
trattasi dei cosiddetti “economisti di Dio” fautori di una Economia civile che, fondata su idee settecentesche, intende far da argine al dilagare dell'Economia incivile (sic) che fa seguito al Capitalismo selvaggio. Peccato che non sia dato sapere in che modo tale economia possa prender forma.

Per ora sembra che si conti sulla buona volontà degli agenti economici, spronati dall'incitazione: fate i bravi! 

  • Domanda:

ora che il mondo, cominciando dall'Occidente apparentemente poco ricettivo all'Economia civile, si immerge sempre più nel Capitalismo selvaggio e senza frontiere, l'Umanità può dirsi soddisfatta? 

Mala-crescita e mala-decrescita 

L' opinione pubblica, occidentale ma anche mondiale, è oramai divisa in due parti:

  1. chi crede a quanto propinato dalla politica, un pensiero unico che comprende sia la “destra” che la “sinistra”, secondo cui bisogna puntare alla crescita (aumento del Prodotto Interno Lordo, al netto dell'inflazione)
  2. chi pensa che per salvaguardare l'Ecosistema, data la finitezza del nostro piccolo pianeta blu, occorra invece puntare sulla decrescita.

Vorremmo qui invitare a riflettere sul fatto che, stante l'attuale sistema economico in cui vige il Capitalismo selvaggio, se è assodato che la crescita contribuisce a distruggere ulteriormente l'ambiente, è anche vero che la decrescta che non serve incentivare attraverso particolari politiche, essendo già in atto e ancor più in prospettiva, risulta devastante sul piano sociale. 

Crescita smart 

Santa Klaus, attualmente insediatosi nelle montagne svizzere forse a causa del cambiamento climatico, propone un nuovo modello di sviluppo (stakeholder capitalism) ed anche un nuovo concetto di crescita che salvaguarda il pianeta e, contemporaneamente, soddisfa le principali parti in causa.

Si tratta della crescita pro-capite: cioè la crescita globale divisa per il numero dei diretti beneficiari.

Siccome l'aumento del numeratore di un tale rapporto, come detto, non è sostenibile, Santa Klaus, per incrementare l'indicatore, propone di ridurre il denominatore.

D'altronde lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale renderà inutile, se non dannosa, la presenza di gran parte della popolazione mondiale.

E le tecnologie per procedere in tal senso, oramai ampiamente sperimentate, non mancano.

Chi teme di far parte del denominatore, scriva una letterina a Santa Klaus.  

Serve il “disaccoppiamento” fra crescita e impronta ecologica 

Più seriamente, per avere una crescita del PIL senza una crescita dell'impronta ambientale è evidente che occorre cambiare in modo strutturale l'attuale sistema (Capitalismo selvaggio, tutto Yang) nella speranza di individuarne uno che, con l'introduzione di appropriate Modalità dello Yin, soddisfi, in una qualche misura, tale esigenza.

A questo proposito, se uno riflette sul fatto che schiere di economisti, fra cui molti premi Nobel ed altri di fama internazionale, non sono riusciti nell'ultimo paio di secoli ad individuare un tale “salvifico” sistema, c'è di che scoraggiarsi.

L'unica speranza è che i nostri eroi avessero come obiettivo tutt'altro che il disaccoppiamento fra crescita e impronta ecologica.

Comunque, non perdiamoci d'animo. 

Una proposta “indecente” ... 

Volendo cambiare strutturalmente un sistema economico “tutto Yang”, cioè poggiante interamente sul Paradigma dell'Eteronomia (e quindi vocato, in prospettiva, unicamente alla produzione di “valori di scambio”), non resta che individuare appropriate Modalità Yin, appartenenti al Paradigma dell'Autonomia (e quindi vocate all'auto-produzione, cioè alla produzione di “valori d'uso”) da inserire nel sistema, nei contesti ad esse più congeniali.

Fra le Modalità economiche del Paradigma dell'Autonomia, quelle di cui avvalersi per dare avvio alla metamorfosi del sistema non saranno certo quelle pubbliche, oggetto di programmi politici, sapendo che la politica attuata dalla democrazia “rappresentativa” è nelle mani di chi gestisce l'informazione, cioè i principali detentori del capitale che altro non vogliono, in termini di struttura del sistema, che quello a cui loro stessi hanno dato forma.

È giocoforza, pertanto, guardare alle Modalità economiche private dell'Autonomia e relative Prassi che, essendo attuabili con la normativa esistente, sono alla portata della società civile.

Questa è la “banalissima” proposta di World-Lab, l'associazione che ha anche elaborato le più adeguate Prassi del Paradigma, curiosamente inedite (o, meglio, soppresse nel sangue sul nascere a causa del loro successo: vedi Società delle famiglie cristiane fondata ad Arcidosso sul finire dell'800 da Davide Lazzaretti).

Queste, oggi denominate Convivi, consistono in particolari cooperative di auto-produzione (Mutue) multi-attività operanti nell'ambito dei beni e servizi di prima necessità, costituite da cluster di Botteghe artigiane di nuova generazione (nelle quali i formatori e gli apprendisti sono soci paritetici) dove ha luogo anche una formazione sul luogo di lavoro (e per questo denominate anche Accademie Conviviali di Arti e Mestieri-ACAM).

Sono proprio queste strutture di formazione-lavoro, tragicamente mancanti nelle attuali economie capitalistiche, che occorre inserire, per prime, nel sistema.

Questa proposta, banalissima come detto, nelle varie occasioni in cui è stata presentata, è stata considerata … indecente!

Ci vuole coraggio, in effetti, se non una bella “faccia tosta”, per proporre a decisori della società civile (associazioni, parrocchie, Enti assistenziali …) di dare il loro patrocinio, nel 21-simo secolo, a soggetti dediti all'auto-produzione.

Più lungimiranti sembrano essere gli istituti di credito cooperativo radicati localmente in quanto, nel caso assai probabile di diffusione generalizzata e quasi simultanea sul territorio di tali cooperative di formazione-lavoro, operanti su spazi attrezzati di proprietà terza dietro pagamento di un canone d'affitto, gli investimenti miranti all'offerta di tali spazi darebbero luogo ad una dinamica economica assai sostenuta, comparabile a quella che caratterizza una ricostruzione post-bellica. 

...che difficilmente si può rifiutare! 

Se l'obiettivo di forze politiche responsabili è quello di eliminare, o comunque ridurre drasticamente l'elevato livello di inattività involontaria oggi esistente, e non quello di fare promesse demagogiche a finalità elettorale, non vi sono altre vie percorribili che quella sopra menzionata.

Una volta che un Convivio pilota, o un suo embrione significativo composto da un certo numero di attività produttive, sarà disponibile, il soggetto Attuatore, cioè una impresa (o un consorzio di imprese) a carattere commerciale il cui”core business” consiste nell'offerta di servizi agli investitori (architettura, edilizia, fornitura di attrezzatura ...credito), si incaricherà di diffondere il progetto presso i principali Patrocinatori, alcuni dei quali contribuiranno spontaneamente alla costituzione della compagine societaria del Convivio.

Altri, verosimilmente spinti a farlo dai potenziali beneficiari ...difficilmente potranno rifiutare!